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Ciclovia del Sole: la ciclabile che unirà l’Europa

Si chiama Ciclovia del Sole, un itinerario cicloturistico e naturalistico, che unirà l’Europa da Capo Nord a Malta.

L’infrastruttura green  attraverserà anche la penisola ed è stata dichiarata “strategica” dal Governo, nella legge di stabilità viene destinato un finanziamento di circa 10 milioni di euro sui venti necessari per il tratto emiliano-romagnolo, nell’ambito di un complessivo stanziamento di 96 milioni di euro per quattro ciclovie di interesse nazionale – oltre la Ciclovia del Sole, il Grande Raccordo Anulare delle Bici (GRAB) di Roma, la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese e la VenTo, la ciclabile Venezia-Torino lungo il Po, che completerebbe il corridoio Eurovelo 8, da Barcellona a Kiev.

Se la parte di pianura della Ciclovia del Sole sarà percorribile per il 2018, il taglio del nastro per quella di montagna e dunque per l’opera completa si prevede nel 2020.

22 aprile 2016: 46esimo Earth Day

Si terrà il 22 aprile la 46a Giornata Mondiale della Terra, una data storica scelta dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon per la ratifica dell’accordo sul Clima di COP21, siglato lo scorso dicembre a Parigi.

“La Giornata della Terra – afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – assume un significato ancor più importante dopo lo storico accordo raggiunto alla Cop21 di Parigi, che proprio in quei giorni firmeremo a New York. C’è una via straordinariamente innovativa allo sviluppo globale e l’intesa di Parigi ha saputo indicarla con chiarezza: un futuro con meno inquinamento, senza sprechi e sfruttamento inutile di risorse naturali, che valorizzi l’ambiente in ogni sua declinazione non è solo possibile, ma è l’unica garanzia di crescita in un mondo messo in sofferenza dai cambiamenti climatici e dagli stravolgimenti sociali. La difesa di Nostra Madre Terra, sull’ispirazione giunta dall’Enciclica di Papa Francesco – conclude Galletti – e’ allora il nostro primo impegno morale e insieme la nostra speranza per il domani”.

6-8 maggio 2016: Let’s Clean Up Europe

Con la primavera torna l’annuale appuntamento con l’evento “Let’s Clean Up Europe!”, la campagna europea contro l’abbandono dei rifiuti nella natura.

Quest’anno, le azioni si concentreranno dal 6 all’8 maggio, con la possibilità di organizzare attività per tutto il periodo dal 1 al 15 per garantire la massima partecipazione possibile. All’evento possono aderire istituzioni ed enti locali, associazioni di volontariato, scuole, gruppi di cittadini, imprese e ogni altra tipologia di enti.  Le azioni sono indipendenti, localizzate e gestite dai cittadini e in molti casi organizzate o coordinate con la partecipazione di enti locali, Ong, imprese e scuole.

Tutti coloro che vogliono proporre ed organizzare, sull’intero territorio nazionale, azioni di raccolta e pulizia straordinaria dei rifiuti possono partecipare registrando, esclusivamente on-line, la propria azione fino a venerdì 15 aprile. Una volta validata l’azione di pulizia, sarà cura di AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale), coordinatore a livello europeo dell’iniziativa, inviare, oltre al materiale comunicativo (logo, banner per siti web e file per poster da stampare), una bandiera con il logo della manifestazione. A questo punto non rimarrà altro che darsi da fare e pubblicizzare la propria iniziativa.

Durante gli ultimi anni, si sono svolte in tutta Europa moltissime campagne di pulizia (clean-up) per affrontare il problema dell’abbandono dei rifiuti. Lo European Clean-Up Day, con la campagna Let’s Clean Up Europe!, intende racchiudere tutte queste iniziative assieme per avere un evento di clean-up a livello europeo che si svolge in solo weekend (o nei giorni immediatamente a ridosso) in tutta Europa, coinvolgendo quanti più cittadini possibile.

L’anno scorso nel nostro Paese sono state 356 le azioni regolarmente iscritte e approvate dal Comitato Promotore Italiano (composto da Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Federambiente, Anci, Città Metropolitana di Torino, Città Metropolitana di Roma Capitale, Legambiente, AICA, ERICA ed Eco dalle Città). Un dato di grande rilevanza, visto che nella prima edizione svoltasi nel 2014 le azioni italiane erano state 137.

[Fonte: Greenews.info]

 

Earth Day 2016: a Rome il Villaggio per la Terra

Giunto alla sua terza edizione, il Villaggio per la Terra, allestito a Roma in occasione dell’Earth Day, sarà ricco di appuntamenti e importanti novità. Oltre ai temi classici della tutela ambientale, saranno affrontate questioni ormai strettamente legate al tema della sostenibilità quali la legalità, la partecipazione civica, la fuga di milioni di migranti dalle proprie terre.

La manifestazione vedrà il susseguirsi di numerosi eventi culturali tra i quali: concerti e spettacoli dal vivo, DJ Set a cura di Radio2, cinema nel parco, villaggio dei bambini, giochi, animazioni e laboratori della natura, planetario gonfiabile ed esperimenti scientifici, stand ristorazione, pic-nic, attività sportive all’aria aperta e uno spazio ‘verde’ curato dalla Cia-Agricoltori dedicato al cibo di eccellenza.

La manifestazione è frutto di una stretta collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con il MIUR e con l’istituto INDIRE, con Roma Capitale, coinvolti in numerose iniziative legate al tema dell’Educazione Ambientale. Dati l’alto contenuto educativo e il forte coinvolgimento delle fasce giovanili nell’Edizione 2016 dell’Earth Day, anche grazie ai progetti finanziati dal programma Erasmus Plus, l’Onorevole Silvia Costa, Presidente della Commissione Cultura, Istruzione e Sport del Parlamento Europeo, ha voluto manifestare il pieno appoggio all’iniziativa e garantire la sua presenza nelle giornate del Villaggio.

Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al momento della ratifica degli accordi sul clima, si collegherà dal Palazzo di Vetro di New York con il grande schermo del Villaggio per la Terra, per testimoniare l’impegno italiano in favore delle nuove generazioni.

 

Disciplina Seveso: dal 15 aprile online il nuovo applicativo per la trasmissione delle notifiche

In attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 13 comma 5 del D.lgs.105/2015, è attivo, dal 15 aprile 2016, l’applicativo web “SEVESO III.0 – Sistema Comunicazione Notifiche”, funzionale all’invio, presso le amministrazioni pubbliche destinatarie, delle notifiche da parte dei gestori degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, soggetti alla disciplina “Seveso”.

Il servizio, realizzato da ISPRA, consentirà al gestore, di compilare on-line la notifica e di inviarla automaticamente ai destinatari, via posta elettronica certificata (PEC) e con firma digitale.

Il servizio sarà disponibile presso il seguente indirizzo:

https://www.rischioindustriale.isprambiente.gov.it/inventario-notifiche/

Dal 1° giugno 2016, il servizio sarà avviato in via definitiva e pertanto, come previsto dalla normativa di riferimento, costituirà il tramite esclusivo per la trasmissione delle notifiche di cui all’articolo 13 del D.lgs. 105/2015 da parte dei gestori degli stabilimenti. Di conseguenza non saranno considerati validi gli inoltri effettuati con altro mezzo.

[Fonte: Ministero dell’Ambiente]

Comitato Parchi per Kyoto: 1.000 nuovi alberi nel Parco del Delta del Po

Entro il 30 luglio 2016 il Parco del Delta del Po Emilia-Romagna accoglierà 1.000 nuovi esemplari su una superficie complessiva pari a 1 ettaro di proprietà del Consorzio di Bonifica Renana, presso la stazione “Campotto di Argenta” nel Comune di Argenta (FE).

L’intervento è promosso dal Comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita nel 2007 da Federparchi-Europarc Italia, Kyoto Club e Legambiente per la realizzazione di progetti di forestazione mirati a contrastare gli effetti del cambio climatico mediante l’assorbimento di anidride carbonica dall’atmosfera. Ogni albero, infatti, abbatte circa 700 kg di CO2 nel suo intero ciclo di vita.

Il metodo di forestazione utilizzato è riconosciuto come valido dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), sulla base delle indicazioni del Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC).

Questo nuovo intervento va ad aggiungersi ai 26 già realizzati dal Comitato Parchi per Kyoto su tutto il territorio italiano: 12 in regioni del Nord, 6 nel Centro e 8 tra le regioni del Sud e le Isole. Sono stati più di 80.000 gli alberi messi a dimora finora, con un assorbimento di CO2 complessivo pari a 56 milioni di kg. Il Comitato ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e partecipa alla campagna “Plant for the Planet” promossa dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).

[Fonte: Kyotoclub.org]

Solar Fuel: l’energia solare trasformata in combustibile liquido

I ricercatori che operano nel campo dell’energetica sono da tempo impegnati a individuare tecnologie che possano aumentare l’efficienza, la continuità e le possibilità di stoccaggio. Questioni che, se risolte, permetterebbero alle fonti rinnovabili di diventare un’effettiva alternativa ai combustibili fossili. ’università di Trento, il Dutch Institute for Fundamental Energy Research (Differ), del Dipartimento di fisica applicata dell’università olandese per la tecnologia di Eindhoven e il Nanotec Cnr di Bari  hanno avviato una collaborazione scientifica  per «Lo sviluppo di tecniche per un migliore utilizzo delle fonti rinnovabili e per produrre solar fuel da anidride carbonica» e il 30 marzo UniTrento organizzerà un incontro  al Polo scientifico e tecnologico Fabio Ferrari di Povo con il direttore del Differ, Richard van de Sanden, sulle prospettive del settore.

Paolo Tosi, professore di Fisica sperimentale al Dipartimento di fisica dell’università di Trento, anticipa alcuni dei temi che verranno trattati: «Uno dei principali problemi che limita l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili è dovuto alla loro intermittenza. Un semplice esempio è dato dall’energia solare che, pur essendo molto abbondante, di notte non è disponibile. Per risolvere questo problema è necessario sviluppare nuovi e più efficienti sistemi di accumulo, che permettano di immagazzinare l’energia non immediatamente usata e di utilizzarla quando serve.  Una strategia  consiste nell’usare energia rinnovabile per trasformare l’anidride carbonica in combustibile. In questo modo, si otterrebbero due importanti risultati. Innanzitutto l’energia solare sarebbe convertita in energia chimica contenuta in un combustibile (solar fuel) facilmente usabile. Altro aspetto importante: l’anidride carbonica potrebbe essere usata come fonte di carbonio nella sintesi di combustibile invece di essere rilasciata in atmosfera. Infatti, la conversione dei gas serra (in particolare anidride carbonica e metano) in combustibili liquidi o in altri composti chimici di particolare interesse è considerata una delle più grandi sfide del ventunesimo secolo. Nella nostra collaborazione scientifica con il Differ e il Nanotec Cnr di Bari (il gruppo di Giorgio Dilecce) usiamo scariche elettriche per dissociare l’anidride carbonica e promuoverne l’idrogenazione. La collaborazione prevede molte attività di ricerca congiunta e alcuni scambi. Ad esempio in questo periodo un nostro dottorando è all’Eindhoven University of Technology e io stesso sarò tra qualche settimana membro di una commissione internazionale di dottorato».

Nell’ambito della collaborazione italo-olandese, van de Sandenè in visita al laboratorio di fisica atomica e molecolare dell’università di Trento che ha colto l’occasione per organizzare una conferenza pubblica sul tema “Plasma non-Equilibrium at work: key to success of Energy technologies?” sulle nuove tecnologie per aumentare l’efficienza energetica. Quello del 10 aprile sarà un “joint colloquio” ovvero un incontro organizzato in modo congiunto dal Dipartimento di Fisica e dal Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica.

[Fonte: greenreport.it]

Rinnovabili: l’Unep boccia l’Italia

Il decimo rapporto Unep ( Programma dell’Onu per l’ambiente) “Global trends in renewable energy investment, redatto con la collaborazione di Frankfurt school e Bloomberg new energy finance, ha mostrato una crescita degli investimenti a livello mondiale che hanno toccato circa 285,9 miliardi di dollari, record di investimenti superando i 278,5 miliardi di dollari del 2011, ma ha mostrato anche come gli investimenti per le rinnovabili in Italia siano diminuiti rispetto al passato andando in controtendenza a quello che è il trend mondiale.

Secondo il rapporto nel 2015 «l’Italia ha visto gli investimenti in energie rinnovabili scendere sotto 1 miliardo di dollari, in calo del 21% rispetto al 2014 e molto al di sotto del picco di 31,7 miliardi di dollari raggiunto durante il boom fotovoltaico del 2011».

Ma i problemi per le rinnovabili italiane non sono circoscritti ad un singolo provvedimento, quanto legati alla «incertezza politica» che «ha offuscato molti mercati, compreso quello italiano». Non consola sapere che l’Unep ci lega ad una folta compagnia, dalla Spagna alla Polonia alla Germania.

Dal 2004 a oggi, l’Unep stima che gli investimenti in energie rinnovabili abbiano toccato quota 12 trilioni di dollari. Fino a tempi recenti, i leader indiscussi in questa scalata erano nel mondo occidentale, con l’Europa in testa e l’Italia e la Germania in particolare (si guardi ad esempio alla crescita del fotovoltaico) come punte di diamante. Tali investimenti – finanziati tramite incentivi pubblici, dunque con risorse della collettività – hanno contribuito grandemente a far crollare il costo delle tecnologie rinnovabili, in un’azione meritoria di cui però oggi si avvantaggiano altri paesi. In Europa dal 2011 a oggi gli stanziamenti sono crollati del 60%, mentre nel 2015 per la prima volta nella storia la quota maggiore degli investimenti in rinnovabili è arrivata dai paesi in via di sviluppo, Cina e India in testa.

[Fonte: greenreport.it]

 

 

 

Progetto Fondazione AVSI “Energia per lo sviluppo”

Arrivano buone notizie relative al progetto “Energia per lo sviluppo”  dell’AVSI (www.avsi.org), sostenuto da Europrogetti; grazie all’intervento della Fondazione sono già in uso i primi fornelli da cucina.

avsi

Il progetto, della durata triennale, verte sulla promozione e diffusione di 15.000 fornelli da cucina a basso impatto ambientale, certificati dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC – United Nations Freamwork Convention on Climate Change), a 7.500 famiglie delle baraccopoli di Chamanculo C e Xipamamine.

 

 

Rapporto IEA: cresce il Pil mondiale ma diminuiscono le emissioni di gas climalteranti

Secondo l’elaborazione dei dati sull’emissione di gas climalteranti diffusa dall’autorevole International energy agency (Iea), nel 2015 le emissioni globali di anidride carbonica sono state pari a 32,1 miliardi di tonnellate, sostanzialmente pari a quelle emesse nel 2013. Nel frattempo però il Pil del mondo è cresciuto, del 3,4% nel 2014 e 3,1% nel 2015. Pur sottolineando che i dati sulla CO2 messi in fila dalla International energy agency si riferiscono al solo settore energetico, si tratta indubbiamente di una buona notizia: il comparto, infatti, è il maggio responsabile per l’emissione di gas serra da parte dell’uomo, il che offre «un’ulteriore prova di come il legame tra crescita economica e crescita delle emissioni – osserva la Iea – si stia indebolendo».

E in effetti anche l’anno scorso dall’Agenzia arrivò un’identica notizia: anche nel 2014 non si è registrato un aumento nelle emissioni di CO2 legate al settore energetico. Fa bene però il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol, a misurare bene le parole: «Abbiamo visto due anni consecutivi in cui l’emissione di gas serra è disaccoppiata dalla crescita economica». Il dato, per quanto importante, si delimita difatti ad un solo, preciso ambito. Quello delle emissioni climalteranti.

Nel 2015 i gas serra emessi dalla Cina sono diminuiti dell’1,5%, negli Usa del 2% mentre in Europa (insieme alla maggior parte degli stati asiatici e al Medio oriente) sono cresciuti.

Se si allarga lo sguardo al complesso degli impatti dell’attività umana sull’ambiente, e in particolare sul consumo di risorse naturali, il disaccoppiamento purtroppo risulta ancora molto lontano. L’estrazione di risorse nel mondo continua senza sosta, è decuplicata nell’ultimo secolo e – secondo le stime dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) – raddoppierà ancora al 2030, comportando gravi scompensi.

[Fonte: greenreport.it]