L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha redatto il bilancio per l’anno appena trascorso; al centro dell’analisi il tema della Green economy per dimostrare come l’economia europea possa crescere preservando i sistemi naturali che ci sostengono.
Secondo uno studio approfondito delle politiche della green economy compiuto dall’EEA l’adozione di standard ambientali più elevati risultano essere tra i driver principali dell’innovazione in Europa, che permettono alle aziende un vantaggio sia nell’Ue che nel mondo.
Il settore dei beni e dei servizi ambientali, ad esempio, ha impiegato 4,2 milioni di persone nel 2011, secondo i dati più recenti. Ciò rappresenta un aumento del 44% a partire dal 2000, di gran lunga superiore alla media europea del 7% di crescita dei posti di lavoro durante lo stesso periodo. Nonostante questi segnali incoraggianti, l’ analisi dell’ EEA in tutto 2014, ha dimostrato però che l’Unione europea ha ancora molta strada da fare nella sua missione di ‘vivere bene, entro i limiti del pianeta’. Le materie prime importate nell’ Ue, ad esempio, sono circa otto volte superiori a quelle esportate e estrazione e trasporto di queste risorse hanno elevati costi ambientali ed economici.
Tra i dati emersi dall’analisi dell’EEA per l’anno 2014 particolarmente significativi sono quelli riguardanti l’inquinamento. Inquinamento a cui tutti gli abitanti delle città Europee sono esposti con concentrazioni sopra le soglie imposte dalle linee guida dell’organizzazione Mondiale della Sanità, circa un quarto della popolazione, ad esempio, risulta esposta a livelli di rumore sopra le soglie di legge. Ma oltre ai danni sulla salute enormi risultano i costi sostenuti dalla collettività a causa dell’inquinamento; secondo un recente studio condotto dall’EEA, infatti, i costi sostenuti nel periodo tra il 2008 e il 2012 si aggirerebbero tra i 232 miliardi di euro e i 672 miliardi di euro.
La buona notizia è sul fronte del clima. Le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite di nuovo nel 2013, secondo le stime pubblicate nel mese di ottobre, mettendo a portata di mano, per l’ UE, l’obiettivo di riduzione del 20% prima del previsto. E l’adattamento ai cambiamenti climatici è ormai nell’agenda politica in molti paesi europei.