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Terminata la COP 21: aspetti positivi
Ha avuto termine la Conferenza di Parigi sul Clima con il sofferto accordo stipulato dalle Parti e dal momento della sua conclusione ha avuto inizio un valzer di commenti ed opinioni più o meno positive sugli impegni presi. Molti i pareri favorevoli ma non è mancato certo scetticismo e delusione in alcuni esponenti dei movimenti ambientalisti.
Tra i punti di forza della conferenza di Parigi e dell’accordo stipulato è da rimarcare il coinvolgimento di praticamente tutte le nazioni del pianeta nella lotta climatica . Se da una parte la disponibilità della Cina era ormai nota, l’adesione dell’India e quella dell’Arabia Saudita non era certa; da una parte l’India e il suo scetticismo dovuto alla paura di bloccare la crescita economica e dall’altro l’Arabia Saudita e la sua economia incentrata sul petrolio.
Il raggiungimento di un accordo con tutti paesi del pianeta circa l’obiettivo di arrivare nella seconda parte del secolo ad un bilanciamento tra emissioni e accumulo di CO2, pur sottolineando come attualmente le politiche intraprese dai singoli governi non sia in linea con il documento siglato, l’Europa ad esempio dovrebbe rivedere gli obiettivi al 2030 portando al 50% il taglio delle emissioni, al 40% il taglio dei consumi tendenziali e al 33% l’uso delle rinnovabili, è uno stimolo e uno strumento di controllo per inchiodare i singoli paesi alle proprie responsabilità.
Altro aspetto positivo è la questione relativa all’utilizzo dei combustibili fossili, il documento siglato impone, infatti, una diminuzione tale da prevedere una sua sostanziale scomparsa entro un cinquantennio; come conseguenza di tale politica si prevede un dirottamento degli incentivi e dei fondi a favore delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile.
Nonostante manchino nel documento finale molti elementi che alla vigilia della conferenza erano ritenuti fondamentali o auspicabili, nel suo insieme quest’accordo darà una forte spinta alla lotta climatica.