La mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici è una delle grandi sfide delle politiche ambientali del nostro secolo. È una delle conclusioni emerse nel corso della presentazione della Relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte, svoltasi a Palazzo Lascaris il 30 giugno. Si tratta dell’appuntamento annuale per fare il punto sui dati e sulle attività di Regione e Arpa Piemonte.
“La conoscenza dei temi ambientali – ha detto l’assessore all’Ambiente, Alberto Valmaggia – deve procedere di pari passo con una corretta informazione, che dia indicazioni certe senza creare allarmismi”. Da questa consapevolezza, scaturiscono le azioni politiche, come i Piani regionali su rifiuti, amianto e sul paesaggio e le buone pratiche seguite dai cittadini. La conoscenza dei temi e delle criticità, la programmazione delle azioni da intraprendere e il coordinamento nel contrasto ai cambiamenti climatici sono i tre pilastri della politica ambientale del Piemonte”.
“Nell’ambito più specifico e maggiormente sentito della qualità dell’aria – ha aggiunto Valmaggia – la recente sottoscrizione del protocollo Under 2 Mou per la riduzione delle emissioni in atmosfera, l’adozione del protocollo regionale antismog, diventato operativo nell’aprile 2016, con la pubblicazione del primo report giornaliero sullo stato dell’aria in Piemonte, e il Piano regionale sulla qualità dell’aria vanno tutti in un’unica direzione: promuovere delle strategie chiare e condivise affinché tutti possano fornire il proprio contributo a vantaggio dell’ambiente in cui viviamo”.
Il portale sullo stato dell’ambiente in Piemonte, dove sono consultabili i dati che Arpa quotidianamente raccoglie sul territorio ed analizza nei suoi laboratori, quest’anno vede accanto alle tre grandi tematiche aria, acqua e territorio anche il clima. Il tema del cambiamento climatico è diventato di grande importanza negli ultimi anni a causa della sempre più frequente ricorrenza di fenomeni come siccità, ondate di calore, alluvioni, inverni con scarsità di neve e temperature elevate, marcata variabilità e aumento della frequenza dei fenomeni “fuori stagione”. Tutti eventi che hanno determinato significativi effetti sia sul territorio e sull’ambiente, influenzando interi settori dell’economia regionale, sia sulla percezione collettiva del clima e del cambiamento climatico, che assume sempre di più un ruolo di nuovo elemento di pressione ambientale, economica e sociale.
“Il 2015 è stato il più caldo degli ultimi sessant’anni in Piemonte – ha sottolineato il direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto – Il caldo estivo, con temperature ben al di sopra della media, e la scarsità di precipitazioni registrata negli ultimi mesi del 2015 hanno aumentato i valori di inquinanti come ozono e PM10 rispetto agli anni precedenti. È doveroso evidenziare però, che i trend dei valori per questi e altri inquinanti, quale ad esempio il biossido di azoto, sono in diminuzione, anche se non ancora sufficienti a rispettare i valori limite indicati dalla normativa europea vigente”.
L’anno scorso ha visto il verificarsi di eventi la cui frequenza è destinata ad aumentare con il cambiamento climatico: l’alternanza di periodi di siccità anche prolungati, che nell’estate del 2015 e nell’autunno-inverno 2015/2016 ha visto una progressiva riduzione dei deflussi dei corsi d’acqua, a eventi pluviometrici eccezionali per intensità, con piogge cumulate totali fino a 250 mm in pochi giorni che hanno provocato effetti al suolo significativi, con danni anche ad abitazioni e tratti stradali.
Ma le grandi sfide a livello globale sono la mitigazione e la resilienza agli effetti del cambiamento climatico, per i quali la Regione Piemonte ha messo a punto una strategia che dispiegherà i suoi effetti a medio-lungo termine.