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Una nuova tecnologia italiana per lo smaltimento dell’amianto

Premiata come Progetto LIFE+ del mese di Dicembre dal Ministero dell’Ambiente una nuova tecnologia per lo smaltimento dell’amainto sviluppata da un gruppo di ricercatori genovesi.

La tecnologia attualmente disponibile per il trattamento dei residui di asbesto è l’utilizzo della torcia al plasma che in Francia ha un costo di ben 1000 euro per ogni tonnellata di scorie, ed in Italia il costo raddoppierebbe in virtù di un’energia elettrica due volte più cara.

Per ovviare al problema dei costi elevati per lo smaltimento il gruppo di ricercatori genovesi ha utilizzato un principio vecchio di cent’anni che veniva utilizzato nella fase di saldatura dei binari delle grandi ferrovie; ovvero la produzione di alte temperature mediante la reazione tra l’ossido metallico e altri reagenti, come ad esempio il magnesio.

Il processo messo in opera dal gruppo di ricercatori, coordinati dal fisico Maurizio Ferretti, prevede la miscela di ossido di ferro, polvere di amianto e magnesio metallico scaldata con fiamma ossidrica. Quando la reazione di combustione raggiunge i 1600°C l’amianato è divenuto inerte e non dannoso per la salute umana.

Il lavoro di ricerca è iniziato nel 2013 ed è stato finanziato dall’Unione Europea (co-finanziatrice con 750mila euro) e da due aziende, la Telerobot Labs di Genova e la Vico di Cairo Montenotte (che contribuiscono con altri 750mila euro).

Europrogetti sostiene il progetto “Energia per lo sviluppo” della Fondazione AVSI

Europrogetti, in occasione del Santo Natale 2015, ha deciso di sostenere il progetto “Energia per lo sviluppo”  della Fondazione AVSI (www.avsi.org),  organizzazione non governativa nata nel 1972 e impegnata con 107 progetti di cooperazione allo sviluppo in 30 paesi del mondo di Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia.

Il progetto, di durata triennale, nasce con lo scopo di ridurre la povertà negli insediamenti informali di Maputo, in Mozambico, e migliorare le condizioni delle popolazioni dal punto di vista ambientale, economico e alimentare promuovendo l’accesso all’energia e l’efficienza energetica.

In particolare le attività, che hanno avuto inizio nel gennaio 2014, vertono sulla promozione e diffusione di 15.000 fornelli da cucina a basso impatto ambientale, certificati dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC – United Nations Freamwork Convention on Climate Change), a 7.500 famiglie delle baraccopoli di Chamanculo C e Xipamamine.

Il progetto permetterà una riduzione fino al 70% delle emissioni di Co2, oltre il 50% del consumo di carbone e porterà ad una cottura dei cibi più efficiente e sana. I nuovi fornelli porteranno anche ad una riduzione delle morti dovute agli incidenti domestici, malattie dovute alle intossicazione e agli incendi domestici.

Europrogetti coglie l’occasione per augurare buone feste proponendo il video che AVSI ha realizzato, in occasione delle festività, con i bambini aiutati dalla Fondazione.

 

Sottoscritta la convenzione del DIPAR Puglia con il Consorzio ASI di Brindisi

Europrogetti ha partecitato in qualità di associato DIPAR (Distretto Produttivo dell’Ambiente e del Riutilizzo) alla riunione del Comitato di Distretto tenutasi il 16 dicembre u.s. presso la sede di Confindustria Taranto.

Il DIPAR ha sottoscritto una nuova convenzione con il Consorzio ASI di Brindisi relativamente allo sviluppo di azioni di sostegno alla evoluzione verso i moderni assetti delle APPEA (Aree produttive ecologicamente attrezzate) e volta a promuovere analoghi sviluppi organizzativi nelle altre aree produttive ed industriali della Regione.

E’ stata inoltre rinnovata ed ampliata la Convenzione operativa sullo sviluppo di attività di ricerca industriale e trasferimento tecnologico nel settore delle tecnologie ambientali tra CNR, Confindustria Taranto e DIPAR.

L’Italia del Riciclo: presentato il dossier 2015

Presentato il dossier “L’Italia del Riciclo” promosso e realizzato da Fise Unire, associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti, in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Il riciclo in Italia, come sottolineato da Anselmo Calò presidente di Unire, è riuscito a resistere alla recessione prolungata restando competitivo e di livello Europeo nonostante permangono zone di arretratezza in alcune regioni.

Un’industria del riciclo che continua a crescere nel comparto degli imballaggi pari al 66% nel 2014 in crescita del 2% rispetto all’anno precedente; un trend in crescita da tempo che dimostra le potenzialità del settore anche se permangono le problematiche relative all’utilizzo di un metro comune per tutta Italia per la contabilizzazione delle performance sulla raccolta differenziata.

Di particolare interesse il nuovo focus su import-export di rifiuti in Italia; dati che vedono nel 2014 un import pari a 5,9 Mt e 3,8Mt per l’export. Dall’analisi presentata si evidenzia come un 8% sul totale importato potrebbe essere reperito tra i rifiuti italiani senza cercarlo oltreconfine con relativi costi economici e ambientali. L’esportazione risulta per lo più legata alla gestione dei rifiuti pericolosi e dovuta a deficit di natura impiantistica del nostro paese con una perdita di risorse a cui, dal punto di vista ambientale ed economico, deve necessariamente esser posto rimedio.

 

 

 

Commissione UE: nuove misure per lo sviluppo dell’economia circolare

Adottato dalla Commissione UE un nuovo pacchetto per lo sviluppo dell’economia circolare in Europa. La direttiva sull’economia circolare, nonostante lo stop da parte della Commissione Junker appena insediata a Bruxelles, spinta dalla consultazione pubblica ha trovato la via giusta.

Le misure descritte nel documento affrontano tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto: produzione – consumo – rifiuto – materie prime secondarie.

La parte fondamentale del documento riguarda ovviamente i rifiuti, aumentare il riciclaggio e ridurre il conferimento in discarica è elemento chiave per una corretta economia circolare.  Obiettivo della Commissione UE al 2030 è riciclare il 65% dei rifiuti urbani e il 75% dei rifiuti da imballaggio impedendo agli stati membri il conferimento di più del 10% dell’insieme degli scarti.  Per la Commissione il recupero energetico è preferibile al conferimento in discarica sia sotto il profilo ambientale che economico e quindi sarà ancora permesso l’incenerimento dei rifiuti se non è possibile evitare di produrli né è possibile riciclarli: spazio per la “termovalorizzazione”.

Prevista inoltre la modifica legislativa per consentire ai materiali riciclati di essere riclassificati come non rifiuti se soddisfano condizioni generali uguali in tutta l’Europa.

Il documento contiene inoltre proposte per garantire la raccolta differenziata dei biorifiuti.I biomateriali come il legno, le colture o le fibre possono, infatti, essere impiegati per un’ampia gamma di prodotti e usi energetici. Oltre a costituire un’alternativa ai prodotti fossili, i biomateriali sono rinnovabili, biodegradabili e compostabili.

Per ovviare al problema relativo ai rifiuti da costruzione e demolizione non sempre valorizzati e recuperati, la Commissione intende quindi intraprendere una serie di azioni volte a recuperare queste risorse oltre a facilitare la valutazione delle prestazioni ambientali degli edificie sviluppare orientamenti in materia di predemolizione e di progettazione ecocompatibile.

Sul piano degli investimenti, infine, opportunità commerciali per le PMI con la creazione del centro di eccellenza europeo per la gestione efficiente delle risorse e sfruttando il programma Horizon 2020. Inoltre, la Commissione vuole agire nell’ambito degli appalti verdi (GPP), ponendo l’accento sugli aspetti relativi all’economia circolare nei criteri nuovi o rivisti, a sostegno di una più ampia diffusione dei GPP.

 

Terminata la COP 21: aspetti positivi

Ha avuto termine la Conferenza di Parigi sul Clima con il sofferto accordo stipulato dalle Parti e dal momento della sua conclusione ha avuto inizio un valzer di commenti ed opinioni più o meno positive sugli impegni presi. Molti i pareri favorevoli ma non è mancato certo scetticismo e delusione in alcuni esponenti dei movimenti ambientalisti. 

Tra i punti di forza della conferenza di Parigi e dell’accordo stipulato è da rimarcare il coinvolgimento di praticamente tutte le nazioni del pianeta nella lotta climatica . Se da una parte la disponibilità della Cina era ormai nota, l’adesione dell’India e quella dell’Arabia Saudita non era certa; da una parte l’India e il suo scetticismo dovuto alla paura di bloccare la crescita economica e dall’altro l’Arabia Saudita e la sua economia incentrata sul petrolio.

Il raggiungimento di un accordo con tutti paesi del pianeta circa l’obiettivo di arrivare nella seconda parte del secolo ad un bilanciamento tra emissioni e accumulo di CO2, pur sottolineando come attualmente le politiche intraprese dai singoli governi non sia in linea con il documento siglato, l’Europa ad esempio dovrebbe rivedere gli obiettivi al 2030 portando al 50% il taglio delle emissioni, al 40% il taglio dei consumi tendenziali e al 33% l’uso delle rinnovabili, è uno stimolo e uno strumento di controllo per inchiodare i singoli paesi alle proprie responsabilità.

Altro aspetto positivo è la questione relativa all’utilizzo dei combustibili fossili, il documento siglato impone, infatti,  una diminuzione tale da prevedere una sua sostanziale scomparsa entro un cinquantennio; come conseguenza di tale politica si prevede un dirottamento degli  incentivi e dei fondi a favore delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile.

Nonostante manchino nel documento finale molti elementi che alla vigilia della conferenza erano ritenuti fondamentali o auspicabili, nel suo insieme quest’accordo darà una forte spinta alla lotta climatica.

 

Regione Piemonte: -80% di gas serra entro il 2050

Una diminuzione dell’80% della produzione di gas serra entro il 2050, questa l’ambizioso obiettivo che la Regione Piemonte ha confermato aderendo al protocollo Under 2 Mou tra i governi sub-nazionali.

La carta di impegni è stata firmata dagli assessori all’Ambiente, Alberto Valmaggia, alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, ai Trasporti, Francesco Balocco, e all’Agricoltura, Giorgio Ferrero.

Raggiungere tale obiettivo è possibile agendo sul traffico veicolare, sul riscaldamento domestico, sugli impianti industriali, e sulle tecniche agricole. Sarà prevista la riqualificazione energetica degli edifici costruiti tra gli anni ’60 e ’90, verrà inventivato l’utilizzo di mezzi ad emissione zero e per quanto concerne il comparto industriale si promuoveranno le migliori tecnologie Bat (Best Available Technique) ai nuovi stabilimenti.

Come sottolineato dall’assessore all’Ambiente Valmaggia : ““Come istituzione  era importante aderire. Il cambiamento climatico porta con sé rischi globali per l’ambiente e l’economia, perché colpisce la salute delle persone, aumenta i fenomeni meteorologici estremi, minaccia le risorse naturali e determina anche la forte migrazione delle popolazioni.”

Per l’assessore Balocco “è necessario incentivare forme di mobilità sostenibile, come la bicicletta, puntare sul trasporto su ferro rendendolo più capillare ed efficiente, e lavorare per potenziare le infrastrutture ferroviarie”, mentre l’assessore De Santis ha messo l’accento sul fatto che “il piano energetico regionale punta sull’efficientamento energetico e sulla riduzione delle emissioni, e introduce il principio della premialità per le imprese che fanno investimenti green”.

 

5 Dicembre: Giornata Mondiale del suolo

Il 5 dicembre è la “Giornata mondiale sul suolo”, istituita dalla FAO (Food and Agricolture Organization), ed ha come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza della importanza fondamentale che il suolo ha nella nostra vita.

L’assemblea delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 Anno Internazionale del Suolo con l’obiettivo di mettere in evidenza la fondamentale importanza del suolo, non solo per il suo ruolo nel garantire la sicurezza alimentare e il mantenimento della biodiversità, ma anche per la sua funzione di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

Il suolo nel suo ruolo di risorsa naturale, è collegato al nostro cibo, all’acqua, al clima, alla biodiversità e alla vita stessa. Ad oggi, in Italia, non siamo riusciti a valorizzare e a preservare questa risorsa dal momento che il nostro è uno dei paesi con ritmi di consumo di suolo tra i più alti d’Europa.

Numerosi gli eventi che si svolgeranno in tutto il mondo.

Al via la COP 21 di Parigi

Al via la ventunesima Conferenza delle parti che si tiene nella blindatissima Parigi. L’appuntamento si appresta ad affrontare il tema del cambiamento del clima e il modo in cui combattere il nemico, i Ghg.La conferenza di Parigi rappresenta un appuntamento che non può fallire e dove non  possano prevalere interessi privati come sottolineato anche da Papa Francesco «Sarebbe catastrofico se a Cop 21 prevalessero gli interessi privati sul bene comune, fino alla manipolazione delle informazioni per proteggere i propri progetti».

Ma lo scenario all’ombra del quale iniziano i lavori e il confronto internazionale è molto critico non solo per i record negativi, ma anche perché getta una preoccupazione forte per le fasce più deboli della popolazione.

Un nuovo rapporto di Oxfam ha lanciato l’allarme sugli enormi costi che i Paesi in via di sviluppo dovrebbero sostenere con un aumento medio delle temperature previsto di 3 °C e per l’esattezza  790 miliardi di dollari da investire per adattarsi agli effetti di un clima sempre più fuori controllo di qui al 2050.

Sette sono i passi imprescindibili che i leader mondiali hanno proposto per far fronte a questo scenario critico, passi che sono all’insegna della necessità assoluta di tagliare ulteriormente le emissioni.

Nonostante gli sforzi intrapresi e gli accordi presi anche se si manterrà l’impegno siglato a Copenaghen sei anni fa per lo stanziamento di 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2020, sarà comunque necessario un incremento dei fondi e sarà dunque necessario fissare uno stanziamento minimo di 35 miliardi di dollari entro il 2020 o 50 miliardi entro il 2025.

L’Italia punta a un ruolo in prima linea a Parigi ed è determinata a chiedere più «ambizione» nell’accordo di Parigi. Il ministro dell’Ambiente Galletti punta ad un accordo globale, basato sui principi di solidarietà, giustizia, equità e partecipazione e al raggiungimento di tre grandi obiettivi: la riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici, la lotta contro la povertà e il rispetto della dignità umana.

Unesco Global Geoparks: la rete internazionale dedicata ai Geoparchi

Ufficializzata la creazione della rete internazionale che unisce tutti i 120 geoparchi distribuiti nel mondo in 33 nazioni e riconosciuti dall’Agenzia Onu per la cultura, la Unesco Global Geoparks.

L’Italia è al primo posto in Europa e al secondo posto nel mondo dopo la Cina per numero di riconoscimenti tra i geoparchi Unesco. Sono dieci i geoparchi nazionali, l’ultimo a entrare a farne parte è il Parco del Pollino (tra Calabria e Basilicata), la cui iscrizione è avvenuta all’inizio di settembre.

I geoparchi raccontano la storia geologica del nostro pianeta e degli eventi che hanno dato luogo alla sua trasformazione in oltre 4,5 miliardi di anni; con la creazione di questa rete internazionale, l’Unesco, ha voluto riconoscere il loro valore naturalistico e ha voluto anche potenziare la tutela della geodiversità e la promozione della salvaguardia, dell’educazione e delle migliori iniziative in campo turistico.