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Illuminazione pubblica sprecata e inquinamento luminoso, l’Italia sul podio europeo
In Italia il consumo di energia elettrica pro capite per l’illuminazione pubblica è il doppio di quello della media europea – 100 kWh l’anno a testa contro 51 kWh –, che si traduce in una spesa di 28,7 euro a testa, quando nei principali paesi europei la media è 16,8 euro e in Germania è di 5,8 euro: in altre parole spendiamo il quintuplo della Germania per tenere i lampioni accesi. Si tratta di soldi spesi bene o che nascondono sprechi, oltre che un importante presenza d’inquinamento luminoso?
Con una nuova analisi appena pubblicata, e basata sulla ricerca Light pollution in Usa and Europe: The good, the bad and the ugly, l’Osservatorio dei conti pubblici italiani indaga i flussi luminosi diretti verso il cielo (che, quindi, possono essere considerati flussi di luce sprecata perché non hanno effetti positivi sulla vita della popolazione e creano esclusivamente inquinamento luminoso) in rapporto alla popolazione e al Pil. Da entrambe risulta che «i paesi in cui la quantità di luce sprecata pro capite è più elevata sono Portogallo, Spagna e Italia», mentre i« paesi più virtuosi sono invece quelli dell’Europa centrale e orientale». Paradossalmente ma non troppo, dunque, «lo spreco di illuminazione pubblica non riguarda i paesi più ricchi. In altri termini, le regioni più ricche sono proprio quelle in cui si spreca meno corrente per illuminazione pubblica, mentre nelle regioni del sud Europa gli sprechi sono maggiori nonostante le peggiori condizioni economiche».
Un dato di fatto che si ripropone – pur con alcune notevoli eccezioni, in primis Napoli – anche riproponendo la stessa analisi sulle varie province italiane: nel 40% più virtuoso della classifica che ordina 1359 province europee secondo i flussi di luce sprecata pro capite, definita come luce che va verso l’alto non compare neanche una provincia italiana. La più “virtuosa” è Napoli, 567esima su 1359 province europee. Oltre Napoli, solo Bolzano (578esima) e Genova (660esima) stanno nella prima metà della classifica europea, mentre ben 58 province italiane su 110 (il 53%) stanno nell’ultimo 20% della classifica europea, e tra le meno virtuose compaiono Olbia-Tempio (1305esima), L’Aquila (1263esima) e Aosta (1262esima). Nonostante al primo posto in termini di minor spreco di luce per illuminazione pubblica Napoli (e Palermo sia al quarto posto), in generale le province del Sud sono però sottorappresentate nei primi posti della classifica, quelle del centro solo leggermente sottorappresentate e quelle del nord sono invece ampiamente sovra rappresentate.
In compenso, correggere queste distorsioni converrebbe a tutti: l’Osservatorio nota infatti che l’Italia nel 2017 ha speso 1,7 miliardi di euro per l’illuminazione pubblica, consumando 6.000 GWh, gli stessi di dieci anni fa, uno spreco che si tenta di tagliare (almeno) dal 2012 incontrando però sempre l’ostilità di Governo e Parlamento. Nel mentre l’Italia attende l’opportunità per tornare a riveder le stelle.
fonte:greereport.it