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World Water Week: 23-28 agosto Stoccolma

La settimana mondiale dell’acqua è organizzata dall’Istituto internazionale dell’acqua di Stoccolma (Siwi) e si svolge a Stoccolma, Svezia. E ‘ da sempre il punto di riferimento annuale per le questioni idriche del globo fin dal 1991.

Ogni anno, SIWI fornisce una piattaforma ad oltre 200 organizzazioni per convocare eventi circa le questioni idriche e dello sviluppo. E ‘anche un’opportunità per gli individui di tutto il mondo per presentare i loro risultati ai workshop scientifici.

Ogni anno la Settimana dell’acqua è incentrata su di un particolare tema al fine di consentire un approfondimento mirato e specifico. I laboratori guidati dal Comitato del programma scientifico e numerosi seminari ed eventi collaterali si concentrano su i vari aspetti del tema scelto anche se è da sottolineare come non tutti gli eventi presentati durante l’evento siano fedeli al tema generale.

Per la Settimana mondiale dell’acqua 2015 il tema scelto è “Acqua per lo Sviluppo”.

Per maggiori informazioni circa il programma, gli eventi o per approfondimenti si rimanda al sito dell’evento:

http://www.worldwaterweek.org

Risors idriche: l’utilizzo dei Bigdata per la gestione delle risorse idriche nei paesi del Nord Africa e del Vicino Oriente

E’ in corso di sviluppo un nuovo portale dati ad accesso libero sviluppato dalla FAO e presentato nel corso dell’apertura della settimana Mondiale dell’Acqua in corso a Stoccolma dal 23 al 28 agosto.

Attualmente, tutti i paesi del Nord Africa e del Vicino Oriente soffrono di una grave scarsità idrica, con gravi conseguenze per l’agricoltura irrigua, la più grande consumatrice d’acqua della regione.

L’obiettivo del nuovo portale di dati è quello di raccogliere e analizzare le informazioni satellitari che possono essere utilizzate per migliorare la produttività della terra e dell’acqua e aumentare la sostenibilità dei sistemi agricoli. Tutte le informazioni saranno a disposizione di tutti paesi e di tutti gli utenti che ne avranno bisogno.

La nuova banca dati sarà sviluppata su tre scale spaziali: a livello continentale su tutto il territorio dell’Africa e del Vicino Oriente, a livello di paese e di bacini fluviali e a livello di sistemi d’irrigazione. Questo permetterà agli esperti di operare verifiche incrociate dei risultati ai vari livelli, per garantire opportune raccomandazioni per possibili miglioramenti in contesti diversi.

Il progetto, di durata quadriennale, è finanziato dal governo dei Paesi Bassi e attuato dalla FAO in collaborazione con l’Istituto UNESCO-IHE per l’Educazione sull’Acqua e con altri partner. Lo sviluppo della banca dati si prevede inizierà nel mese di ottobre 2015.

 

 

Cambiamenti climatici: inaugurata in Amazzonia una torre di controllo

Una torre di acciaio alta 325 metri costruita nel corso degli ultimi 11 mesi nel centro della foresta amazzonica e distante oltre 150km dai più vicini insediamenti umani. Si tratta della Amazon Tall Tower Observatory in portoghese Observatório de Torre Alta da Amazônia.

La struttura situata a 160km da Manaus è dotata di precisi strumenti di misurazione e consentirà di raccogliere importanti dati sui gas serra, misurare temperatura, umidità, particelle di aerosol, tutti elementi fondamentali per studiare il clima e i suoi cambiamenti nei prossimi decenni, e l’impatto della foresta amazzonica sull’ecosistema globale.

 

Commissione UE: proposta modifica delle norme sull’etichettatura dell’efficienza energetica

La Commissione Europea, nell’ambito della sua strategia dell’Unione dell’energia, ha proposto una revisione delle norme che disciplinano l’etichettatura dell’efficienza energetica.

Si vuole pertanto semplificare il sistema di etichettatura di televisori, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori, aspirapolveri e altri elettrodomestici. Si tratta di tornare allo schema iniziale che prevedeva classi di efficienza energetica dalla A alla G, differenziate per colori e senza l’aggiunta di +.

Attualmente, infatti, i prodotti risultano classificati in maniera diversa secondo scale che vanno da A a G oppure da A+++ a D, ecc.;  l’utilizzo di diverse scale di classificazione all’interno della comunità europea non aiuta il consumatore nelle scelte di acquisto.

Come sottolineato dalla stessa commissione:

“L’etichetta energetica dell’Ue ha dato ottima prova di sé sin dal 1995: l’85% dei consumatori europei se ne serve nelle decisioni d’acquisto. Ha anche stimolato l’innovazione industriale, con il risultato che oggi molti prodotti figurano tra le classi più elevate (A+++, A++, A+), mentre la maggior parte delle altre classi è addirittura vuota (in alcuni casi persino la classe A). Eppure questo risultato estremamente positivo paradossalmente ha reso difficile ai consumatori riconoscere i prodotti più efficienti: molti infatti pensano che il prodotto di classe A+ appena acquistato sia il più efficiente sul mercato, mentre in alcuni casi è uno dei meno efficienti. Per agevolare la comprensione e il confronto tra i prodotti la Commissione europea propone un’unica etichetta energetica con scala da A a G. I consumatori saranno stimolati a comprare i prodotti più efficienti e il consumo diminuirà di conseguenza, con incidenze positive sulla fattura energetica.”

L’iter di approvazione della proposta di modifica da parte dei co-legislatori comporterà un periodo di circa 1 anno. Una volta approvata la modifica per i prodotti già disponibili sul mercato si provvederà alla vendita con la vecchia classificazione mentre per tutti i prodotti nuovi si utilizzerà la nuova etichettatura.

Corte UE: Italia multata per la gestione dei rifiuti della Campania

Il mancato adeguamento alle regole UE del sistema di gestione dei rifiuti della Regione Campania hanno portato la Commisione Europea ha  comminare una ennesima sanzione ai danni del nostro paese.

La Corte europea , infatti, aveva già condannato l’Italia su questa vicenda nel marzo del 2010; non essendo satata messa in atto quella sentenza, la Corte ha inflitto al Paese una multa pari a 20 milioni di euro con una maggiorazione di 120.000 euro per ogni ulteriore giorno di mancato adeguamento.

Per l’Italia non è la prima sanzione, infatti il nostro Paese ha già il primato negativo della multa più pesante mai inflitta dalla Corte, quella dello scorso dicembre sulle discariche illegali, per cui il Paese è stato condannato a pagare un’ammenda di 40 milioni di euro a cui sono previste  penalità fino a un massimo di 42,8 milioni per ogni semestre di mancato adeguamento fino alla messa in regola delle discariche illegali.

Gestione rifiuti: conclusi i convegni organizzati dall’API

Con l’incontro tenutosi l’8 luglio ad Alessandria si sono conclusi i convegni organizzati dall’API, Associazione piccole e medie industrie delle provincie di Novara, VCO e Vercelli, per illustrare le novità introdotte sulla gestione dei rifiuti in azienda ed in particolare le novità riguardanti le nuove indicazioni sulla corretta classificazione dei rifiuti introdotte dal Regolamento Europeo n.1357/2014 e il nuovo elenco europeo dei rifiuti introdotto col la Decisione europea 2014/955/UE.

I convegni, che hanno visto lo staff Europrogetti impegnato in qualità di relatore, hanno ottenuto un’ottima risposta da parte delle aziende partecipanti.

Gli incontri hanno raggiunto lo scopo prefisso dall’organizzazione fornendo ai partecipanti un quadro chiaro ed esaustivo sulla gestione dei rifiuti in azienda e sulle novità introdotte al quadro normativo.

 

UE: approvate le modifiche al mercato delle emissioni di CO2

Il Parlamento UE ha approvato in vista dei negoziati sul clima di Parigi la modifica dei meccanismi del mercato europeo delle emissioni di CO2 (ETS – Emissions Trading System). In attesa del via libera del Consiglio la modifica prevede l’istituzione di una “riserva di stabilità” che servirà a ridurre il surplus dei diritti di emissione destinati al mercato.

La riforma del sistema ETS cerca di correggere il percorso che il mercato del carbonio ha oramai imboccato. La “riserva di stabilità” appena votata, e che entrerà in vigore nel 2019, ha il compito di ridurre il numero di quote e far salire il prezzo di vendita.

Il problema venutosi a creare nel mercato ETS è stato infatti dovuto al crollo vertiginoso del prezzo di acquisto delle quote di emissione; inizialmente fissato a 35€ a tonnellata con il protrarsi della crisi e in una condizione di elevata offerta non assorbita dalla domanda ha raggiunto il valore limite di 7€ a tonnellata rendendo più conveniente per le aziende l’acquisto delle quote piuttosto che la riduzione delle emissioni.

Il nuovo sistema preleverà in automatico una frazione di quote di permessi di emissione se l’eccedenza supererà un certo tetto, tali quote verranno messe in una riserva di stabilità utilizzabile solo quando il mercato ne presenterà di nuovo l’esigenza. In tal modo si cercherà di mantenere un giusto rapporto tra domana e offerta e un prezzo di acquisto poco vantaggioso in modo da favorire così la riduzione delle emissioni rispetto all’acquisto di quote sul mercato.

Le opinioni sul sistema ETS oscillano tra favorevoli e contrarii, tra coloro che lo ritengono strumento utile alla riduzione delle emissioni e coloro che invece sostengono non ci sia stata alcuna riduzione di emissioni dal momento della sua introduzione.

Tra i sostenitori della poco efficienza ed utilità dello strumento ETS anche la Corte dei Conti UE  che in un rapporto appena pubblicato ha dichiarando la necessità di una migliore gestione del sistema anche in considerazione della certificata evasione di 5 miliardi di Euro a danno dei contribuenti europei.

Da sottolineare, poi, che la Commissione Europea presenterà il 15 luglio una proposta di riforma strutturale del sistema ETS che riguarda gli interventi di riduzione di CO2 fino al 2030. Questa sarà una misura di lungo periodo per cercare di avere almeno un calo del 43% dei gas serra.

 

 

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Cambiamenti climatici: Approvata la Strategia nazionale per ridurre gli impatti sull’uomo e l’ambiente

Con decreto direttoriale del 16 giugno 2015 il Ministero dell’Ambiente ha approvato la strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici al fine di ridurne gli impatti sull’uomo e l’ambiente.

Il documento, che fa riferimento alla Strategia europeea approvata dalla Commissione UE con comunicazione del 16 aprile 2013, indica i principi e le misure per ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, proteggere salute, benessere e beni della popolazione nonchè preservare il patrimonio naturale.

Secondo quanto previsto dal Ministero la strategia verrà sottoposta ad una revisione ogni 5 anni per permettere un controllo dei risultati dei monitoraggi e conseguire l’obiettivo generale.

Per l’attuazione del piano il Ministero dell’Ambiente definirà, entro il 31 dicembre 2016, ruoli e responsabilità per l’attuazione delle azioni e misure previste.

Cresce il numero delle Casette dell’acqua

Una ricerca Cra (Customized Research & Analysis) commissionata da Aqua Italia, l’associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, ha evidenziato la crescita del consumo di acqua prelevata dai chioschi dell’acqua Comunale.

In soli 5 anni il numero di Casette dell’acqua sparse in tutta Italia è passato da 213 nel maggio 2010 a 1.300 oggi. E a queste si devono aggiungere le 22 che dissetano i visitatori di Expo.

L’acqua Comunale piace agli italiani, costa poco è refrigerata e gasata e fa bene all’ambiente. La ricerca Cra ha anche evidenziato come i chioschi vengano scelti anche quando sono a pagamento; il costo medio per un litro di acqua si aggira intorno ai 5 centesimi  contro i 25 (in media) necessari per l’acquisto dell’acqua in bottiglia.

Indubbio il vantaggio per l’ambiente: valutando il prelievo annuo di 300.000 litri da un chiosco si risparmia 200.000 bottiglie PET da 1,5 litri; 60.000 kg di PET (30 grammi a bottiglia); 1.380 kg di CO2 per la produzione di PET; 7.800 kg di CO2 per il trasporto (stimando una media di 350 km).

Gas serra: l’India non fissa la data per il picco di emissioni

New Delhi ha annunciato che presenterà all’Onu i suoi piani per ridurre le emissioni di gas serra, ma che non annuncerà una data per il raggiungimento del picco delle emissioni, come invece hanno fatto la Cina, prevista intorno al 2030, e gli Usa obiettivo riduzione delle loro emissioni di CO2 del 26-28% entro il 2025.

Gli oltre 190 Paesi che aderiscono all’Unfccc sono stati invitati a presentare i loro Nationally Determined Contributions (INDC), i piani climatici nazionali, 40 Paesi lo hanno già fatto, ma l’India non ancora. Il ministro dell’ambiente Javadekar  ha assicurato che presto l’India sottoporrà all’Unfcc i piani climatici che il governo intende attuare e a detta del ministro risulteranno molto più ambizionsi di quello che il mondo crede. Javadekar ha poi annunciato che il documento climatico che presenterà l’India all’Onu conterrà impegni per l’efficienza energetica e per un livello più basso di intensità energetica rispetto ad altri Paesi.

La posizione dell’India sarà cruciale per raggiungere un accordo sul cambiamento climatico alla Conferenza delle parti Unfccc di Parigi.

Nei precedenti negoziati climatici New Delhi e Pechino hanno marciato unite ed hanno appoggiato i Paesi in via di sviluppo; paesi energivori che data la situazione congiunturale non hanno voluto assumere per primi impegni vincolanti per tagliare le missioni di CO2, delegando ai Paesi sviluppati tale onere.  Tuttavia a Parigi la Cina arriverà con una posizione chiara e definita mentre l’India no e per questo il fronte fra i due colossi asiatici potrebbe rompersi.