Nel dicembre, la Commissione europea, ha presentato una serie di interventi a favore dello sviluppo di una economia circolare che vanno a modificare le direttive sulla gestione di vari tipi di rifiuti. Un pacchetto di proposte atteso già dalla scorsa estate e che ha trovato sviluppo solo alla fine dell’anno passato.
Tra le proposte più significative che la Commissione europea ha presentato si trova:
- l’aumento dell’obiettivo relativo alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti urbani che raggiungerà il 65% entro il 2030;
- l’aumento degli obiettivi relativi alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti di imballaggio e semplificazione dell’insieme degli obiettivi;
- una limitazione graduale dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani al 10% entro il 2030;
- una maggiore armonizzazione e semplificazione del quadro giuridico in materia di classificazione come “sottoprodotto” e di cessazione della qualifica di rifiuto;
- la disposizione di nuove misure per promuovere la prevenzione, anche dei rifiuti alimentari, e il riutilizzo;
- l’introduzione di condizioni minime per il regime della responsabilità estesa del produttore e di un sistema di segnalazione preventiva per il controllo della conformità agli obiettivi di riciclaggio;
- semplificazione e razionalizzazione degli obblighi di comunicazione.
Alla base degli interventi presentati dall’Europa la convinzione che una economia circolare possa permettere di trarre il massimo dalle risorse, reimmetetrle nel ciclo produttivo e non conferirle in discarica come rifiuti.
Per arrivare a questo risultato bisogna organizzare un sistema per cui il rifiuto di qualcuno diventi risorsa per qualcun’altra. Questo si contrappone quindi alla ‘vecchia’ economia lineare che segue uno schema che inizia dall’estrazione del materiale per concludersi nello smaltimento in discarica.
Dal canto suo l’Italia, per mezzo del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha avviato diverse iniziative tra le quali un tavolo permanente con le industrie e una pagina web che sviluppa la tematica sul proprio sito; inoltre ha predisposto un tavolo tecnico di confronto con le altre amministrazioni e un gruppo interdirezionale informale interno al ministero stesso.
È in corso di elaborazione anche un ‘Green act’, che fornirà strumenti per promuovere la creazione di lavori verdi, mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici, promuovere l’uso efficiente delle risorse, insieme con incentivi fiscali e finanziari.