In un mondo assediato da così tante sfide, problemi e dispute, il fatto che questa settimana più di 150 leader internazionali si ritrovino alle Nazioni Unite per dotarsi di una nuova visione per il futuro benessere di tutta l’umanità rappresenta un segno di speranza.
Se i leader mondiali si stanno recando a New York è perché capiscono la necessità di orientare il pianeta lungo una rotta più equa e sostenibile. Al centro di questa nuova agenda si trovano gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG): 17 traguardi coraggiosi ma raggiungibili che mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l’ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici e a costruire società pacifiche entro l’anno 2030.
Questi SDG, altrimenti noti come “Obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile”, sono il risultato della consultazione più aperta e trasparente nella storia delle Nazioni Unite, all’interno della quale individui, organizzazioni comunitarie, imprese, scienziati, accademici e altri partner hanno lavorato in collaborazione coi governi. Milioni di persone hanno condiviso la propria visione per un mondo migliore, e i passi necessari a raggiungerla. Il risultato è una vera e propria agenda di popolo. Questi obiettivi sono di natura universale; si applicano a tutti i Paesi, perché sappiamo che anche quelli dotati del maggiore benessere sono ancora lontani dal vincere la povertà o dal raggiungere una piena eguaglianza fra i generi. Non c’è un obiettivo che sia più importante degli altri; sono tutti complementari e più forti nella loro reciprocità. Prendiamo ad esempio l’accesso alla corrente elettrica, che a un bambino può permettere di studiare anche di sera. Quell’energia potrebbe derivargli da una fonte solare, e di conseguenza si tira in ballo la questione dei mutamenti climatici. A sua volta, un’industria dei pannelli solari sarebbe in grado di aiutare un Paese in via di sviluppo a migliorare la propria economia. E così migliori opportunità di studio possono a loro volta portare a migliori opportunità di lavoro, innovazione, e istituzioni nazionali più salde.
Questi Obiettivi sono anche fortemente collegati ai nostri sforzi in nome della pace e della sicurezza internazionale. È proprio nei Paesi segnati dai conflitti che si possono individuare tanti bisogni umani. Non saremo in grado di raggiungere gli SDG senza ribadire il nostro intento di porre fine ai conflitti e alle violenze di oggi. Quando cominciano le ostilità, tante altre cose s’interrompono: la scuola, le campagne per le vaccinazioni, la crescita economica e lo stesso sviluppo. Allo stesso tempo il raggiungimento di questi obiettivi contribuirebbe a prevenire instabilità e violenze. I nuovi Obiettivi mirano perciò a promuovere società giuste, pacifiche e inclusive, l’accesso alla giustizia, e istituzioni funzionali, responsabili e inclusive. Un mondo sostenibile sarà anche un mondo più sicuro.
Ottenere dei miglioramenti di portata tanto drammatica nel giro di quindici anni non sarà impresa da poco. E tuttavia già sappiamo che stabilire degli obiettivi globali è un metodo che funziona. Gli Obiettivi per lo sviluppo del Millennio, che furono adottati nel 2000, hanno migliorato le vite di milioni di persone. La povertà globale continua a decrescere; sempre più persone si sono viste garantire l’accesso a fonti migliori d’acqua; più bambini che mai frequentano le scuole elementari; e una serie d’investimenti mirati alla lotta contro la malaria, l’Aids e la tubercolosi hanno salvato milioni di persone.
Tuttavia c’è molto altro da fare, soprattutto per raggiungere i più emarginati e vulnerabili, e per incamminarci tutti lungo una strada per lo sviluppo sostenibile. La nuova agenda e gli Obiettivi rappresentano l’impegno a non lasciarci nessuno dietro. Valgono allo stesso tempo per i millennial e i loro nonni, per gli abitanti delle città così come per quelli delle comunità rurali, per i datori di lavoro e i loro impiegati, per i Paesi sviluppati e per quelli in via di sviluppo.
Così come tanti sono stati quelli che hanno contribuito alla formulazione degli SDG, il loro raggiungimento richiederà uno sforzo da parte di tutti, ovunque. Le Nazioni Unite e io non vediamo l’ora di poter lavorare con gente di tutto il mondo per realizzare quegli obiettivi e trasformare il pianeta. Quello è il nostro piano; quella è la nostra promessa; mettiamoci al lavoro!
Ban Ki-moon
Segretario Generale delle Nazioni Unite