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Università di Santiago del Cile: il buco dell’ozono raddoppia

10 milioni di chilometri quadrati tanto è l’ampiezza raggiunta a dicembre dal buco nello strato di ozono sopra l’Antartide, a renderlo noto sono i ricercatori dell’Università di Santiago del Cile i quali, basandosi sui dati satellitari raccolti nel corso degli ultimi 30 anni, hanno sottolineato come tale ampiezza risulta essere più del doppio rispetto alla media mensile rilevata negli anni precedenti.

La distruzione dello strato di ozono, spiegano i ricercatori dell’Università del Cile, è visibile anche a medie latitudini ma è chiaramente visibile sopra l’Antartide; è in questa zona che si verifica, durante la primavera australe, un grave diradamento dell’ozonosfera: noto come buco dell’ozono. La massiccia distruzione dell’ozono stratosferico avviene annualmente  tra settembre e dicembre ed è favorita dalla coincidenza di temperature molto basse della stratosfera antartica e del vortice polare Antartico che tende ad impedire all’ozono presente ad altre latitudini di chiudere il foro. Quando le temperature si alzano, alla fine della primavera, si ferma la grande distruzione dell’ozono mentre l’indebolimento del vortice polare permette al buco di chiudersi.

Il problema è causato principalmente dalle emissioni di cloro ed in particolar modo da clorofluorocarburi completamente alogenati (CFC). L’uso di queste sostanze è stato limitato e regolato dal Protocollo di Montreal, trattato internazionale firmato nel settembre 1987 ed entrato in vigore nel gennaio 1989, tuttavia aggirato in diversi modi tra i quali utilizzando gli idrofluorocarburi (HFC). Per ovviare all’aggiramento di tali limitazioni è previsto nel 2016 un aggiornamento del Protocollo con l’aggiunta dei limiti di emissione per gli HFC.